LA SINCRISTALIZZATRICE
Va ascritto al prof. Pier Luigi Mondani il merito di avere introdotto la metodologia della Saldatura Intraorale. La spinta per la ricerca in tale direzione nasceva dal fatto che da parte dell’operatore vi era la necessità di legare con un vincolo indissolubile gli aghi utilizzati nella esecuzione della tecnica da lui prediletta.
Con l’adozione di una nuova tecnica implantologica, l’implantologia funzionale, si è sentito il bisogno di uno strumento in grado di saldare le barre di Titanio entro il cavo orale del paziente senza provocare lesioni.
Grazie agli studi dell’autore è stato possibile mettere a punto una saldatrice di seconda generazione che, attraverso un impulso di corrente ad altissimo voltaggio per un tempo brevissimo, permette l’interdigitazione dei prismi del titanio, che risultano così solidarizzati dal processo definito sincristallizazione.
La sincristallizzatrice introduce l’utilizzo dell’Argon come elemento di protezione antiossidante nella formazione del giunto.
Studi più recenti riguardanti la sezione dell’interfaccia del giunto hanno dato la possibilità all’autore di introdurre nuovi concetti riguardanti l’unione tra barra ed impianto. La terza generazione di apparecchi per la solidarizzazione infatti porta ad una nuova morfologia strutturale della zona limite. In essa, infatti, grazie all’utilizzo di modalità operative risultanti dall’unione di fattori meccanici (pressione), passaggio di corrente con curva di potenza opportunamente modificata e sequenzialità temporale degli impulsi opportunamente regolata è possibile addivenire ad un processo di sinterizzazione circonferenziale associato alla sincristallizzazione profonda (foto 1). Questo processo costituendo un ulteriore progresso delle caratteristiche del giunto ha portato alla realizzazione di una nuova macchina di nuova generazione. Partendo da nozioni di metallurgia riguardanti il Titanio verranno esposti i concetti riguardanti il processo di sincristallizzazione profonda associato alla sinterizzazione circonferenziale.
IL TITANIO
Par. 1: INTRODUZIONE
Il titanio appartiene al gruppo 4(a) della classificazione periodica, nel quale precede Zirconio e Afnio. Il titanio è un metallo bianco argenteo, dotato di proprietà analoghe a quelle del silicio e dello stagno. Fu scoperto da Klaproth nel 1775 e isolato da Liebig nel 1831, che lo ottenne dal rutilio. Sotto l’impulso dell’industri
a bellica USA sono iniziati impieghi differenziati in questo campo, soprattutto in campo aeronautico. Risale a quel periodo il primo impiego in campo implantologico, principalmente ortopedico. In odontoiatria va a Tramonte il merito di averlo introdotto nei primi anni ’60 con l’uso della sua vite autofilettante. Tra i metalli è al quarto posto per abbondanza sulla crosta terrestre, con una percentuale dello 0,6%.
Nonostante sia uno degli elementi più diffusi in natura, il suo costo di produzione industriale è estremamente elevato perché è difficile da estrarre.
A partire dagli Anni Cinquanta, grazie ad un processo di estrazione efficace, si sono sviluppate due categorie di materie prime:
1. titanio commercialmente puro (Ti>99%), indicato con la sigla ASTM CP;
2. leghe di titanio, con una percentuale di titanio variabile da 80 a 98%, unito ad alluminio, vanadio, stagno cromo o altri elementi di lega.